Dolore acuto, cronico e persistente

DOLORE ACUTO, CRONICO E PERSISTENTE

E’ indubbiamente difficile convivere con una lunga storia di dolore. Inoltre, talvolta, a causa della mancanza di informazioni chiare e concise sulla diagnosi e sul trattamento, si può andare incontro a frustrazione. Le persone, spesso, ricercano e trovano utile poter capire qualcosa in più sul dolore. Qui, ti fornirò alcune informazioni su questo tema che spero tu potrai trovare interessanti e utili per poter capire e gestire il tuo dolore nel mio più efficace possibile.

Dolore acuto, cronico o persistente?

Il dolore acuto è il normale dolore che avvertiamo quando si verifica una lesione.

Il dolore acuto è utile: ci dice di non cariare su una gamba fratturata e di togliere la mano da una pentola calda per non scottarci. Non dura troppo a lungo e la guarigione è relativamente veloce, però, può essere che questa guarigione non rispetti i tempi e tardi ad arrivare protraendosi nel tempo.

In questo caso si può configurare il dolore cronico, ma, ci tengo a puntualizzarlo, solo in condizioni particolari e specifiche che tratteremo più avanti.

E’ bene anche chiarire che “cronico” non si riferisce necessariamente ad un dolore presente da molto tempo poiché devono esserci delle specifiche condizioni per cui si configuri, diversamente si parla di dolore persistente.

Il Dolore cronico: una “reale” visione

Il dolore cronico è presente solo in determinati casi selezionati e può essere spontaneo oppure determinato da un ritardo nella guarigione, per questo è quasi sempre infiammatorio conseguente ad una lesione.

Il dolore cronico spontaneo può essere attribuibile alla degenerazione delle strutture articolari (articolazione, tendini e legamenti) conseguente ad artrosi o a varie forme artritiche come l’artrite reumatoide o l’artrite psoriasica.

Le condizioni precedentemente citate possono essere in grado di spiegare i sintomi, ma spesso non sono loro il problema poiché l’usura e la degenerazione delle strutture fa parte del normale processo di invecchiamento e di per sé non provoca dolore. Molte persone con usura significativa delle strutture articolari presenta sintomi scarsi o assenti.

Il dolore, esso sia spontaneo o conseguente ad una lesione, si avverte per la compresenza di patologie metabolico-autoimmuni che fanno da “innesco” come il diabete, l’ipotiroidismo, la gotta o le malattie reumatiche. In questi casi i farmaci anti-infiammatori e antidolorifici possono essere efficaci e di supporto alla terapia, consultare quindi il proprio medico per avere indicazioni sulla loro assunzione poiché è l’unica figura competente in materia.

Sempre parlando di cronicità, diverso è il caso della cefalea, il comune “mal di testa”, in cui vi è un particolare tipo di processo di “sensibilizzazione” che affronterò nello specifico articolo “La cefalea”.

Risonanza magnetica, dolore e…

Molti studi hanno dimostrato che esiste una scarsa relazione tra il dolore avvertito e ciò che viene identificato durante un esame strumentale, come ad esempio una risonanza magnetica.

Quindi, come possiamo giustificare il dolore quando le indagini sono normali oppure sono evidenti alterazioni, ma le terapie non funzionano?

Nella pratica clinica diverse sono le strutture che possono generare dolore e molto spesso si punta il dito verso le strutture articolari, ma raramente sono loro che soffrono. Articolazione, tendini e legamenti sono strutture ben visibili e valutabili tramite indagini strumentali (es. risonanza magnetica), ma i muscoli non danno alcuna indicazione nemmeno se sofferenti.

Perché non possono essere i muscoli la causa del problema visto che sono loro che quotidianamente utilizziamo per muoverci nel mondo?

I muscoli non si infiammano, a meno che non vi sia una lesione diretta, causa molto semplice da riconoscere. Proprio per questo, spesso, gli anti-infiammatori non funzionano e questo perché il muscolo è contratto e non infiammato. Stiamo parlando quindi di dolore persistente, che può mantenersi anche per 10 anni e può avere risoluzione, anche in breve tempo, se inquadrato nel modo corretto. L’unica differenza col dolore acuto sta nella risposta ai farmaci, che in un primo momento possono risultare efficaci, ma che a lungo andare, quando il dolore

diventa persistente, non lo saranno più.

Nella mia pratica quotidiana posso dire che i muscoli sono la causa del dolore nel 90% dei casi e questo non si vede con la risonanza, lo si deve capire attraverso la clinica.

Quindi cosa facciamo?

Anzitutto inquadrare correttamente il tipo di dolore. Sarà acuto, persistente o cronico?

Non fermarsi alle apparenze risulta fondamentale, poiché se un problema non si risolve non è perché sei sfortunato, forse la causa del tuo problema è un’altra.

Risonanze magnetiche, radiografie, ecografie, non dicono tutto sul tuo dolore, sono solo un supporto alla diagnosi medica.

Quello da “esaminare” sei TU ed è fondamentale conoscere quello che TU percepisci e riferisci.

Ecco alcuni consigli pratici:

  • Esercizio blando senza dolore, ovvero fermati prima di sentire male, altrimenti è peggio!;
  • Modifica le tue abitudini di vita e muoviti più spesso, non stare sempre seduto!;
  • Concediti i giusti momenti per permetterti di rilassarti e di scaricare le tensioni della giornata e della settimana;
  • Cerca di capire se fai qualcosa di sbagliato quando lavori o fai sport e correggiti!
  • Non fare che il dolore prevalga su di te, l’unico in grado di decidere sei tu!