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PATOLOGIE DELLA SPALLA – GENERALITÀ

LESIONI DEI TENDINI DELLA CUFFIA DEI ROTATORI: lesioni totali o parziali a carico di uno o più tendini della spalla. A favorire questa patologia vi possono essere le calcificazioni nel contesto del tendine. Le lesioni della cuffia possono essere causate da traumi improvvisi oppure svilupparsi nel tempo in seguito a continui traumatismi ripetuti. I sintomi possono includere dolore locale alla spalla e/o lungo l’arto superiore, debolezza muscolare e senso di instabilità o “apprensione” durante i movimenti della spalla. Spesso, però,  la lesione è di tipo degenerativo e a volte può avvenire anche in assenza di dolore.

INVOLUZIONE ADIPOSA DEI MUSCOLI DELLA CUFFIA DEI ROTATORI: la compromissione dell’ancoraggio tendineo all’osso si ripercuote sulla condizione del muscolo corrispettivo, che va gradualmente incontro a fenomeni di involuzione adiposa con compromissione irreversibile della sua elasticità ed attività contrattile.

SINDROME MIOFASCIALE: condizione in cui la disabilità e il dolore sono determinati dal fenomeno trigger points. I trigger points sono strutture simili alle contratture muscolari che possono irradiare il dolore a distanza (dolore riferito) in aree distanti ma prevedibili che sono caratteristiche per ogni muscolo. Le cause sono da riconducibili principalmente a sovraccarichi al lavoro, nello sport o nel tempo libero.

IMPINGMENT DI SPALLA: oppure noto come conflitto sub-acromiale, non identifica una precisa condizione della spalla, ma una varietà di disturbi, molto frequenti, per lo più dolorosi, caratterizzati da manifestazioni infiammatorio-degenerative per compressioni anomale a carico dei tessuti molli subacromiali (cuffia dei rotatori, borsa, tendine CLB, legamenti) ad origine ed evoluzione variabile. Nonostante l’elevata frequenza diagnostica, spesso la compressione stessa non è la reale causa del dolore. Infatti, interventi chirurgici, che mirano a decomprimere tali strutture, sono fallimentari. I sintomi possono includere dolore locale alla spalla e/o lungo l’arto superiore, rigidità e debolezza muscolare.

CALCIFICAZIONI TENDINEE: sono delle ossificazioni del tessuto tendineo, che avvengono negli stadi avanzati di degenerazione del tendine, che possono indebolirlo ulteriormente e portarlo gradualmente a rottura. Si osserva soprattutto nelle donne tra 30-40 anni ed spesso è bilaterale, soprattuto presente però nel lato dominante (es. destro per i destrimani). Il deposito avviene soprattutto a livello del tendine del sovraspinato (all’inserzione sul trochite) e nel tendine del sottoscapolare oppure nella borsa.           Il dolore è locale in corrispondenza della calcificazione e si presenta maggiormente di notte quando si prova a dormire sul lato doloroso, mentre la mattina generalmente migliora i sintomi.

DISCINESIA SCAPOLO-TORACICA: condizione caratterizzata da una inadeguata attivazione muscolare che comporta un alterato movimento delle articolazioni, in particolare dell’articolazione scapolo-toracica. Esistono diverse tipologie di discinesia scapolare. Raramente, un particolare tipo di discinesia può essere causata da una compressione del nervo toracico lungo, che compromette fortemente l’attivazione del muscolo dentato.

SPALLA CONGELATA: chiamata anche frozen shoulder o capsulite adesiva è una condizione causata dalla retrazione patologica della componente capsulo-legamentosa della scapolo-omerale, comportando una forte riduzione della mobilità sia attiva che passiva, soprattutto nei movimenti sopra alla testa, come infilarsi e togliersi la maglia. Oltre alla rigidità, soprattutto nelle prime fasi, si ha anche vivo dolore alla mobilizzazione. E’ più frequente nelle donne tra i 40-60 anni di età. Spesso è conseguente a condizioni dolorose di varia natura (sindrome da conflitto sub-acromiale, tendinopatia calcifica, traumi, ecc…) a causa dell’eccessiva immobilità, in persone predisposte che presentano alterazioni metaboliche (es. diabete, gotta, ipotiroidismo, ecc.) Il decorso della spalla congelata è tortuoso e molto lungo (anche oltre un anno), però nella maggior parte dei casi favorevole.

INSTABILITÀ ACROMION CLAVEARE: problematica caratterizzata dalla rottura parziale o totale dei legamenti dell’articolazione acromion-claveare. L’instabilità a livello di questa articolazione può comportare, oltre che a dolore in tale zona, anche alterazioni del movimento di tutto il complesso spalla. Solitamente si instaura in seguito ad una caduta sul fianco (molto frequente tra i ciclisti). Nei casi di rotture multilegamentose, spesso si può osservare il “segno del pianoforte”, ossia una deformazione visibile ad occhio nudo, che spesso la persona riscontra guardandosi allo specchio.

LESIONI LABBRO-LEGAMENTOSE: sono lesioni a livello del cercine fibroso e dei legamenti circostanti. Possono essere di origine traumatica (incidente in auto, movimenti sportivi inadeguati) o di origine degenerativa (sport e lavori che richiedono un elevata mobilità di spalla). Ne esistono di vari tipi in base alla localizzazione e ai tessuti convolti nella lesione che possono essere labbro glenoideo (cercine), tendine del capo lungo del bicipite, trochite e legamenti anteriori di spalla. La più famosa di questo gruppo è la lesione SLAP (cercine + tendine capo lungo del bicipite). Il dolore solitamente è localizzato nell’area specifica di lesione e talvolta diffuso anche sul braccio. Tutte queste situazioni possono richiedere o meno l’intervento chirurgico, in base alla loro gravità e alle necessità funzionali della persona.

LUSSAZIONI DI SPALLA: sono le patologie più frequenti e si dividono in lussazioni anteriori (le più frequenti), posteriori e inferiori. Il motivo di tale frequenza è da ricercarsi nell’insufficiente contenzione della testa omerale da parte della glena. Le lussazioni della spalla avvengono per meccanismo indiretto, per sollecitazioni su porzioni distanti dalla spalla (ad es. cadute sul mano a braccio e steso) dell’arto superiore che forzano la testa dell’omero a fuoriuscire dalla sua sede naturale per azione di leva, o per il superamento delle resistenze capsulo-legamentose ai massimi gradi del range articolare. Le lussazioni possono avvenire per cadute accidentali, durante un contrasto sportivo, incidenti e traumi della strada. I sintomi sono variabili a seconda del tipo di lussazione e dei tessuti coinvolti nel meccanismo traumatico.

INSTABILITÀ DI SPALLA: condizione cronica, caratterizzata dalla tendenza a lussazioni continue della spalla. L’instabilità è rappresentata da un insieme di quadri patologici, in cui un fattore acquisito (trauma o microtrauma ripetuto) può agire su un fattore costituzionale (lassità capsulo-legamentosa), nell’insorgenza della sintomatologia, variabile a seconda delle strutture coinvolte e dalle caratteristiche della persona affetta.

RADICOLOPATIA CERVICALE: patologia del sistema nervoso periferico (neuropatia) che interessa una o più radici di un nervo spinale. Solitamente si verifica per compressione meccanico/chimica di una radice a livello punto di emergenza delle fibre nervose. Il disturbo si manifesta in sede di lesione e lungo il decorso della radice muscolare e cutanea corrispondente (dermatomero) con possibile dolore, bruciore, formicolio, intorpidimento alterazione della sensibilità, ridotti tono e riflessi muscolari. Questa condizione può verificarsi in seguito a discopatie, artrosi, artrite, traumi della colonna vertebrale cervicale, spondilolistesi, ecc. Includo questa patologia tra quelle di spalla, sebbene sia prettamente cervicale, poiché può generare dolore a livello della spalla e in generale lungo tutto l’arto superiore.

FRATTURE DELLA SPALLA: all’interno di questa definizione rientrano le fratture prossimali dell’omero (testa e glena), fratture della clavicola e fratture della scapola; queste ultime sono molto rare poiché la scapola è un osso ben protetto dai muscoli.

Le fratture prossimali di spalla si osservano maggiormente in età avanzata a seguito di traumi a bassa energia (meccanismo indiretto per cadute accidentali), poiché l’osteoporosi ne rappresenta il principale fattore predisponente; può capitare anche per traumi della strada ad alta energia nei giovani.

Le fratture della clavicola sono tra le più frequenti in assoluto e si osservano in tutte le età, con presentazione particolarmente elevata nei bambini e nei giovani adulti. La clavicola mostra una spiccata tendenza alla guarigione spontanea e per questo spesso neanche si opera, ma si immobilizza con un tutore e si aspettano i canonici 30 giorni per favorire la guarigione spontanea. Capita spesso per cadute accidentali sulla spalla o sul mano aperta.

PROTESI DELLA SPALLA: è un intervento chirurgico volto alla sostituzione di porzioni più o meno ampie dei capi articolari dell’articolazione gleno-omerale con materiali biocompatibili (polietilene e metallo inerte), quando il dolore e la disabilità diventano tali da impattare in modo eccessivo sulla vita del pz generando grave impotenza funzionale. Di solito viene fatta per traumi importanti della strada oppure in persone che hanno più di 55-60 anni.

SINDROME DELLO STRETTO TORACICO (TOS): sindrome da compressione delle strutture neuro-vascolari nel loro passaggio attraverso il tunnel cervico-toraco-brachiale formato anteriormente dal muscolo scaleno anteriore, posteriormente dallo scaleno medio e inferiormente dalla prima costa. Quasi la totalità dei TOS (95-98%) interessano i nervi, mentre l’altro 2-5% colpisce le strutture vascolari. I sintomi più comuni sono dolore diffuso tra cervicale, petto e spalla con alterazioni della sensibilità come formicolii, intorpidimento e debolezza a carico dell’arto superiore fino alla mano. Le cause possono essere congenite (varianti anatomiche patologiche e non) oppure acquisite in cui un evento traumatico, come un’attività ripetitiva, o lo stile di vita, ad esempio fumo e obesità predispongono per lo sviluppo di questa sindrome.

FASCIA: strato di tessuto connettivo fibroso che circonda i muscoli, i gruppi muscolari, i vasi sanguigni, i nervi e gli organi permettendo di creare continuità tra le varie strutture. Essa non svolge solamente funzioni di connessione, ma anche di sostegno e di protezione, trasmissione delle forze muscolari, e, inoltre, grazie alla alta densità di recettori, fornisce informazioni continue al cervello sulla percezione della postura e del movimento, che a loro volta influenzano coordinazione e senso della posizione.

DISORDINI TEMPORO-MANDIBOLARI (ATM): sono un insieme di problematiche che caratterizzano l’Articolazione Temporo-Mandibolare (ATM) e le strutture funzionalmente connesse ad essa. Il disturbo può essere intra-articolare, di natura degenerativa, oppure extra-articolare a causa di uno squilibrio o di un’iperattivazione dei muscoli mandibolari e cervicali. Esiste, infatti, una forte correlazione tra postura cervicale e disturbi mandibolari. I sintomi principali sono dolore locale a tempie e mandibola, mal di testa frontale e irradiazioni nella zona di spalle, schiena, e cervicale.